Video corso Vocal coach con Roberta Faccani Lezione 4

Il videocorso, tenuto dalla vocal coach Roberta Faccani sul #sitodellevoci è giunto alla lezione numero 4. Argomento di oggi: la differenza tra cantare dal vivo e cantare in sala d’incisione e le diverse dinamiche nell’uso della voce.

“Buongiorno da Roberta Faccani! Oggi su VOCI.fm vi racconto come ci si approccia al cantato in un live in opposto al cantato in sala d’incisione. L’artista che sta per affrontare una serata live sa molto bene che ci sono delle dinamiche differenti nell’uso della voce rispetto a quelle della sala d’incisione. Parliamo di quest’ultima: ci sono dei tempi molto differenti, perché un disco concede di dilatare il canto anche per settimane e quindi prendersi spazi più ampi persino fra un brano e l’altro; oggi peraltro ci sono delle tecnologie molto innovative, ad esempio Auto-Tune, che rendono più facile la registrazione di un disco rispetto agli anni passati, anche se a mio parere valgono sempre il talento e la tecnica.

Vediamo che cosa è richiesto in sala: uso preciso delle cuffie (c’è chi canta bene con due, chi invece si scuffia); mantenere un volume della voce moderato, e dunque è preferibile mantenere l’ascolto della voce più modesto rispetto a quello della base; usare parsimoniosamente il riverbero, quindi registrare la voce più in dry possibile, come si dice in gergo; capacità di intonazione interna rispetto a quella esterna, quindi affidarsi ai propri risuonatori interni; maggior articolazione e scansione delle parole rispetto al live; riuscire a stare dritti nel timing e nel mood della base, quindi ascoltare bene l’arrangiamento. Quando invece si canta in un live ci sono dei concetti e degli stili musicali da ricordare, e ci sono scuole di pensiero molto differenti tra loro: c’è chi vuole cantare tutte le sere allo stesso modo, rispettando addirittura il disco, e c’è chi al contrario ogni sera fa un’esibizione diversa, affidandosi a una scuola quasi americana, dove si usa riarrangiare anche vocalmente i brani; a mio parere la canzone deve però essere riconoscibile, per favorire l’interazione e la comunicazione con il pubblico.

Da tenere in considerazione è anche l’uso dei monitor, quelli a terra e sempre di più l’in-ear monitor: bisogna stare attenti a miscelare bene volume voce e base, ancora meglio richiedere nella spia quanti più strumenti si ritiene necessario avere in ascolto. Ricordiamoci che l’ascolto in un cantante è soprattutto uno interno della propria intonazione, prima ancora che esterno, quindi non affidatevi solo al fonico bensì a un vostro particolare uso dei risuonatori e della percezione uditiva della vostra voce, internamente. Per le tonalità vi consiglio di appoggiarvi alla linea del basso per l’intonazione, invece che al pianoforte o alla chitarra; ricordatevi che ci sono spesso dei click per via delle sequenze da tener presente, quindi il cantante deve sapersi correlare al giusto contact con i musicisti. Vi suggerisco anche di imparare a tenere un senso ritmico più preciso, quindi non affidatevi all’accompagnamento dei musicisti, siate voi gli artefici del vostro timing interno. Un altro suggerimento: mai la voce più alta della base, tenendo presente che farsi alzare troppo il volume e gli effetti può far scadere in un’interpretazione meno buona. Il bravo musicista deve anche saper dirigere i musicisti: è bene che il musicista accompagni il cantante, ma anche che il cantante sappia dare delle giuste dritte e dinamiche al musicista. Vi parlo di alcuni ricordi: in un live coi Matia Bazar ricordo che il computer ci abbandonò improvvisamente, quindi abbiamo dovuto recuperare in acustico, e da qui vedete l’importanza di avere un giusto timing interno e affidarsi al basso; un altro episodio riguarda “Romeo e Giulietta – Ama e cambia il mondo”, durante cui ho un recitato nella prima parte per cui avevo l’in-ear monitor; di solito mi scuffio per il recitato, ma c’erano dei vocii all’inizio di questa prima parte quindi ho dovuto mettermi tutte e due le cuffie, e mantenere una timbrica vocale diversa da quella che poi ho dovuto utilizzare riscuffiandomi”.

 

 

Elisabetta Landi – Ufficio stampa astralmusic

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